Viaggi e Miraggi
Caro amante della carta e della penna, come ti senti? Che combini durante queste ore che trascorrono lente? Io scrivo e…Viaggio con la fantasia! Sali a bordo del mio cervello, sarà una gita entusiasmante!
“Dietro a un miraggio c’è sempre un miraggio da considerare, come del resto alla fine di un viaggio c’è sempre un viaggio da ricominciare…” – Francesco De Gregori
Vale anche per te la regola del “ricomincio daccapo”? Quando ritorni da un viaggio non vedi l’ora di rimettere tutto dentro allo zaino per ripartire? E sei più un tipo da valigia e hotel, oppure un avventuriero da tenda e campeggio? Io negli anni, come tutti, ho variato le mie preferenze: ovviamente sono partita da zero, viaggiatrice inesperta a passeggio per le strade di campagna, sterrate, infinite, ho scoperto il piacere della camminata e dell’occhio che corre senza incontrare ostacoli quando sono andata a vivere in un paesino che faceva, a stento, 800 abitanti, incluse le frazioni. Avevo 8 anni e l’assurda idea di giungere fino alla fine del mondo.
Crescendo, ho mutato le mie preferenze: cammino sempre e parto all’avventura ma preferisco essere certa che, la sera, ci sia un rifugio caldo ed accogliente, un letto comodo ad attendermi e, perché no, una piscina per rilassarmi la mattina presto, oppure la sera tardi, qualcosa che rinfranchi i muscoli stanchi dalle lunghe ore di passeggiata. Eccomi qua, descritta in poche righe.
Mi definirei attualmente una viaggiatrice comoda. Ma totalmente disorganizzata. O, meglio, l’itinerario preferisco farlo da me, pianificandolo senza troppo anticipo ma, comunque, ragionandolo con me stessa. Niente gite organizzate, al massimo una visita guidata, se riesco a trovarla ma il percorso lo decido io. E non è quasi mai una strada dritta: il paesaggio, là fuori, mi affascina sempre e mi distrae e se, per caso, mentre parto da A per raggiungere B vedo un cartello interessante, mollo tutto per andare a visitare C e poi anche D e mi fermo nel paesino E e strada facendo pranzo ad F e rientro attraverso la strada G che mi porterà a B probabilmente il giorno dopo. Pazienza. Sono una persona tortuosa non solo nei pensieri…
“Per quanta strada ancora c’è da fare amerai il finale!” – C. Cremonini

Perché ti racconto queste mie piccole e segrete cose? Perché oggi vorrei discutere un pochino di mete ma farlo, come sempre, in una maniera un po’ particolare, ovverosia partendo dal finale. Mi spiego subito: ci sono dei posti che ti hanno evocato immediatamente le atmosfere, i luoghi, le descrizioni o i sentimenti potenti che ti hanno accompagnato quando hai letto il tuo libro del cuore? Bada bene: non sto dicendo che il luogo che ti scatena dentro qualcosa di collegabile al romanzo debba essere per forza l’ambientazione dello stesso.
Cerco di farti capire: una delle mie storie preferite e di cui ti ho già parlato ampiamente è “L’ombra del Vento” il capolavoro di Carlos Ruiz Zafòn ambientato in una Barcellona esoterica, misteriosa, profumata e magica, una Barcellona del secolo scorso che probabilmente,a tutt’oggi, faremmo fatica a riconoscere (sigh!). Ecco, ti è mai capitato di viaggiare ed incontrare un luogo che, per vibrazioni, colori, intensità, ti ha fatto immaginare di trovarti nella Barcellona sognata e resa reale da Zafòn? No? E allora vieni con me!
Ti racconterò cosa mi è successo quando, per diletto, per lavoro, per volontà o, molto più spesso, per puro caso, mi è capitato di ritrovarmi precipitata dentro ad un romanzo.
Lo so, è complicato ma potrebbe risultare un passatempo divertente e il tempo, in questo periodo storico, è l’unica cosa di cui sembriamo improvvisamente disporre in abbondanza…
Oggi niente consigli pratici ma consigli di viaggio! Ho voglia di raccontare a te, amante delle parole scritte e di quelle ancora da scrivere, in ordine sparso, alcuni luoghi che ho incrociato e che mi hanno fatto vibrare l’anima letteraria e la memoria di ciò che ho amato, leggendolo sulla carta. Chissà che qualcuno non risuoni anche al tuo cuore? Le vibrazioni sono una cosa che si propaga rapidamente…
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1
Il verde più verde che c’è… Di una tonalità indescrivibile, brillante, lussureggiante, viva, qualcosa che mi ha fatto immediatamente spalancare gli occhi l’ho incontrato quando stavo per atterrare al piccolissimo Aeroporto Internacional Foz do Iguaçu, in Brasile. Mi ero addormentata durante il breve volo che, da Buenos Aires, mi avrebbe condotta a sorvolare per poi atterrare accanto alle cascate, le “cataratas” più spettacolari che la natura abbia mai creato, in Sud America. In cabina regnava il silenzio, era mattina presto e tutti i viaggiatori sembravano, come me, stremati da parecchie ore di jetlag. Ad un tratto, la voce metallica del capitano ha annunciato, o così credo di aver compreso, l’avvicinamento alla meta, perciò, faticosamente, ho aperto gli occhi per buttarli stancamente oltre l’oblò e ci ho visto…Il Paradiso! La jungla, quella vera, quella che Emilio Salgari aveva soltanto potuto sognare, piena di uccelli variopinti, di alberi intricati, di liane stritolanti e formiche giganti, la jungla dei pirati della Malesia, quella delle avventure e delle tigri, quella capace di ingoiarti per non lasciarti apparire mai più. Io l’avevo sempre immaginata verde ma, te lo giuro amico mio, quel verde così pieno, ricco, promettente, avviluppante, non l’avevo mia visto in vita mia e credo che non lo ritroverò da nessun’altra parte. E’ stato un atterraggio emozionante, come entrare direttamente dentro ad un romanzo, a piedi pari dritti in fondo ad un sogno. Una sensazione che non dimenticherò mai.

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2
L’hotel del terrore. Il famosissimo Overlook Hotel, quello dentro al quale Stephen King ha ambientato il terrificante e celebre “Shining” io l’ho incontrato un giorno, per caso, mi è apparso di fronte in mezzo alla nebbia, così come un vero hotel spettrale dovrebbe fare, mandando in pappa ogni mio pensiero razionale. Stavo passeggiando senza meta nei dintorni di Kranjska Gora, una cittadina Slovena nota per le sue piste da sci ed il relax invernale. Io non scio e non amo il freddo, sono una donna di mare e di sole ma devo ammettere che le passeggiate in montagna sono qualcosa di indescrivibilmente magico, per il mio animo. Mi trovavo dunque a girovagare senza meta nei dintorni della cittadina, in una mattinata gelida e nebbiosa, la neve al suolo era scarsa, le piste non erano troppo affollate. Seguendo il navigatore ho imboccato una strada a casaccio, meno battuta, per salire e poi ridiscendere da una collinetta che non saprei nemmeno ritrovare e questo edificio mi è comparso dinnanzi gli occhi, come per magia. Un vecchio hotel in stile Liberty, probabilmente di inizio 900, completamente abbandonato, con gli scuri divelti ed i vetri rotti. La porta che dava su quello che, una volta, doveva certamente essere stato un sontuoso patio era spalancata, così mi ci sono intrufolata e sono stata travolta dalla meraviglia e… Dall’inquietudine. Stanze e camere e pavimenti antichi, vecchie suppellettili abbandonate, la carta da parati ancora visibile sotto ai graffiti urbani, qualche specchio quasi intatto; non ho fatto alcuna fatica ad immaginare che quelle camere potessero tornare in vita, ho chiuso gli occhi ed ho sentito il rumore dei passi di danza, le risate ed i bisbigli degli ospiti, i cristalli di qualche bicchiere che andavano in frantumi, lo scricchiolio dei vecchi pavimenti in legno…Quando il sogno ha cominciato a diventare tanto, troppo reale, quando la mia mente è partita in quarta con le immagini e le sensazioni, mi sono letteralmente venuti i brividi e me ne sono fuggita via, in una nuvoletta di vapore condensato. Non credo che sarei capace di ritrovare questo antico albergo e magari, negli anni, sarà anche stato demolito. Ma se vuoi andare a caccia di fantasmi, amico mio, quello è certamente un buon posto per iniziare.
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3
La città di Zorro non dovrebbe essere difficile da incontrare, basta andare in California, così mi dicono e cercare qualcosa di vagamente spagnoleggiante. Io, invece, l’ho incontrata ed immaginata, nel mio cuore, a Salta, in Argentina. Salta “la linda” e cioè Salta “la bella” come la definiscono affettuosamente i suoi abitanti, è un gioiello carico di storia e tradizioni ma anche di cultura popolare e di ricette raffinate. A Salta ho gustato le vere “empanadas” il piatto tradizionale argentino che tutti, da Nord a Sud, conoscono e reinterpretano, un po’ come la nostra pasta al ragù. Ecco, avete presente il caldo, la siesta, la polvere, la passione, le musiche, il romanticismo, le casette in legno, le donne con i capelli scuri, lo chignon e le gonne in crinoline? A Salta io ho trovato tutto questo e molto di più! Non per niente, gli angeli protagonisti della mia nuova fatica letteraria in tre volumi sono argentini e mangiano empanadas come se piovesse. In un posto simile, da bambina, immaginavo che avrei incontrato il mio Zorro personale. Da adulta, il luogo stesso mi ha fatto battere talmente tanto il cuore che me ne sono innamorata perdutamente all’istante.
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Netherfield Park. Se ami, come me, Jane Austen e conosci a memoria tutte le location di Orgoglio e Pregiudizio, avrai immaginato almeno un milione di volte come avrebbe potuto apparire questa villa, in cui, per la prima volta, Elisabeth e Darcy danzano assieme e lui la definisce “appena passabile”. Ecco, senza andare fino in Inghilterra, io ho ritrovato di botto quelle atmosfere dentro la villa del Barone Pasquale Revoltella, a Trieste. La dimora è sicuramente più piccola, urbana, decontestualizzata rispetto a come avrebbe dovuto apparire Netherfield Park, eppure quando sono entrata nel salone degli specchi sono rimasta letteralmente incantata: tappezzeria scura e pesante, vetri luccicanti, mobilio antico di lusso, quadri e arazzi alle pareti, spazi per far ballare gli ospiti ed attendere i vetturini in un gioco di riflessi che mi ha completamente catturato. Ci ho passato un pomeriggio intero ripercorrendo i pochi ambienti aperti al pubblico almeno un centinaio di volte, giocando a scoprire nuovi angoli, inventando dialoghi immaginari e proposte di matrimonio. E’ stata un’esperienza immersiva che difficilmente scorderò.
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5
Il luogo da cui sono partita… Da ultimo, voglio fare con te il gioco al contrario, partendo dall’inizio, da un posto che mi ha ispirata e da cui la mia mente è partita per costruire un intero romanzo. Se mai ti capiterà di passare dalla Slovenia, fai un salto nella pittoresca cittadina di Pirano: non solo per il suo pesce, la piazza romantica, il museo di Tartini, la chiesetta della Salute e le strade strette dove si respira ancora l’atmosfera, in parte dolorosa, del tempo che fu e delle vicende legate ai passaggi di “proprietà” tra Italia ed Ex Jugoslavia. Ma anche e soprattutto per una villa, che esiste davvero, villa Aurora, la casa della mia famiglia, quella in cui mia madre e le mie zie giocavano a nascondino tra gli ulivi e dietro le colonne, con un giardino incredibile ed una splendida vista sul mare. Cerca quella Villa, ha una bandierina sul tetto che riporta, orgogliosa, il 1906, la data di nascita di mia nonna Itala, trovala, se ne sei capace, ha ancora il proprio nome scritto in grandi lettere scure sulla sua facciata, all’inizio della città, dov’è obbligatorio ora parcheggiare le auto e proseguire a piedi e dimmi se non la senti anche tu parlare, soffrire e raccontarti all’orecchio di quelle vite che non ci sono più, del passato glorioso che ormai è scomparso e del presente, complicato ma altrettanto luminoso, in cui la storia l’ha traghettata. Allora, forse, ti verranno in mente le vicende di Maria e di Nina, di Kara e di Zia Margherita e ritornerai a casa con un senso di pace nel cuore.

Caro amico della carta reale o virtuale, 5 luoghi non sono nulla: la terra è così grande! Ma, poiché per ora i nostri spostamenti sono limitati, ti ho voluto dare un assaggio, stuzzicare l’appetito, farti venire la voglia, quando potremo farlo di nuovo, di uscire per andare a caccia di emozioni, magari ripercorrendo i miei passi o quelli degli autori che ami di più.
E comunque, poiché, come dice Agostino d’Ippona, “Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina” non stanchiamoci mai di viaggiare. Siamo lettori tutti d’un pezzo…
E se tu hai altri 5 luoghi che ti hanno ispirato, fammelo sapere commentando l’articolo! Con la fantasia possiamo spostarci in qualsiasi momento…