FEBBRAIO 2021 – Riepilogo delle mie letture, recensione romanzi “sulla maternità”

Caro amante della carta e della penna… Ti sono mancata? Certamente tu sei mancato a me: discutere con le persone di libri, sentimenti, emozioni e di storie è uno dei più grandi piaceri che mi sia stato concesso, perciò non sottovalutarti! La tua presenza costante, seppure virtuale, è per me fonte di gioia e anche di ispirazione, soprattutto in questo periodo di grandi cambiamenti…

La primavera si sta finalmente avvicinando, il tanto temuto freddo siberiano alla fine è passato senza grossissime conseguenze, la vita ha ripreso a scorrere, nei limiti del possibile e anche se la socialità mi manca ancora moltissimo ho fiducia nel domani, non potrei non averne… E sai perché? Perché aspetto una bimba… probabilmente te lo avevo già accennato ma ora mi sembra il momento di parlarne più esplicitamente, rivelando totalmente il mio piccolo grande “segreto”… Anche perché ormai manca poco davvero e chi mi conosce mi vede già da un pezzo con un pancione che, da qualunque punto di vista lo si osservi, non può più essere confuso con quello di una serata a base di pizza e nutella. Aspetto il mio secondo miracolo (il primo ha compiuto 4 anni qualche giorno fa) a fine marzo: fammi gli auguri; aspetto una femmina… Ne avrò bisogno!

E allora, ho pensato, perché non discutere un pochino assieme di romanzi, attesa, maternità, nascita, figli, famiglie e chi più ne ha più ne metta? Perché questa cosa, del parto e della nascita, è una specie di magia dolorosa che si ripete puntualmente da che il mondo è stato creato: non ci sono strade alternative, non si possono percorrere scorciatoie: da una porta stretta passiamo per venire su questa terra e attraverso una porta ancora più stretta e oscura compiamo il nostro ultimo viaggio verso una destinazione ignota. Il venire al mondo è un percorso lento, lungo, umido, buio, fatto di calci, spinte e respiro affannoso, di un dolore onnipresente, squassante, senza nome, inaspettato, imprevedibile, inimmaginabile…Eppure è uno dei dolori che si dimentica prima, quando qualcuno ti mette in braccio una cosina rossa e sbuffante che si dimena e piagnucola e ti si attacca al petto con una tenacia impensabile per un esserino così minuscolo. E la piccola storia di chi si inserisce nella grande storia ricomincia, ancora una volta.

“Nascere, è ricevere tutto un universo in regalo” ( J. Gaarder).

E ricevere un universo è qualcosa che non si dimentica facilmente.

Buona visione!

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