L’estate: ma che stagione 

Caro amante della carta e della penna, ti stai squagliando al sole? Oppure cerchi il fresco delle montagne? Che tu sia già in vacanza o non ti sia ancora mosso, che ne dici di fare un giretto assieme a me?

“C’è uno spettacolo più grandioso del mare, ed è il cielo, c’è uno spettacolo più grandioso del cielo, ed è l’interno di un’anima.” – Victor Hugo

Ci sono paesaggi che mozzano il fiato: montagne di una solennità maestosa, oceani e mari che sembrano non avere fine, deserti mutevoli che ti inseguono e ti confondono e ruscelli e cascate dalle acque talmente trasparenti da sembrare quasi fatte di cristallo eppure niente, a quanto pare, affascina gli scrittori più dell’animo umano. Lo sapeva bene Victor Hugo che si è sempre occupato di uomini, grandi e piccoli, nobili e miserevoli e delle loro storie di umana e concreta realtà e devo ammettere che, anche a mio parere, il fascino che esercitano su di me le esistenze di coloro che vengono definiti “comuni mortali” è decisamente irresistibile. E se anche gli Dei di greci e romani decidevano, spesso e volentieri, di farsi un giro sulla terra per scombinare i piani dei mortali, evidentemente, l’attrazione di noi uomini, piccoli eppure grandi, è qualcosa cui proprio non si può resistere…

Stamattina stavo appunto riflettendo sul fascino delle storie, sull’enigmaticità di alcune esistenze, sul fatto che, per quanto si possa dire di conoscere bene una persona, non riusciremo mai a comprenderla veramente nel profondo, quando mi sono soffermata a guardare fuori dalla mia finestra e, immediatamente, le riflessioni che stavo producendo si sono, in qualche maniera, intrecciate al paesaggio campestre che si estendeva per chilometri dinnanzi ai miei occhi.

“Anche il mais ha il suo fascino”, credo di aver pensato. Si muove tutto insieme, al minimo soffio di vento, piega la testa e fruscia, coordinandosi un po’ come l’acqua quando viene accarezzata dall’aria: un mare di verde con una personalità propria, imprevedibile nella sua prevedibilità. Chi si nasconderà in mezzo a tutto quel fogliame? A quanti animali avrà dato riparo e conforto?

Ecco, se si riesce a trovare del fascino in un campo di pannocchie, se anche accarezzando una distesa indistinta di verde l’occhio ce la fa  a percepire la bellezza ed il mistero, figuriamoci cosa può capitare contemplando il mare o il cielo, oppure una montagna o l’ombrosa e promettente erba del sottobosco. E’ praticamente certo che il paesaggio riesca ad influenzare i nostri pensieri, che il contesto, in qualche maniera, dia l’imprimatur ai nostri passi, che il contorno ci definisca in profondità, più di quanto non oseremmo ammettere; esistono anche per te dei romanzi nei quali il contesto assurge a ruolo di protagonista, più o meno valido, esattamente come gli uomini di cui vengono narrate le vicende? Può capitare che un romanzo sia tale proprio perché contestualizzato in una certa maniera?

La risposta è, naturalmente, un sì, senza compromessi. Effettivamente anche a me piace molto caratterizzare le scene, i luoghi ed i paesaggi che i miei protagonisti vedono: adoro descriverli e viverli attraverso i loro occhi e, spesso, la natura, come accadeva a Leopardi, diventa compagna di viaggio e di dialogo ed è dal suo silenzio, immutabile nel trascorrere degli anni, che sgorgano, a volte, le risposte alle domande dei miei personaggi. Perciò oggi voglio presentarti quattro libri che, per i più svariati motivi, mi sentirei di consigliarti e che hanno a che fare con il contesto, che sia clima atmosferico, luogo di genesi o di svolgimento, sono opere che non potrebbero essere tali, se prescindessero da quello!

“Un paesaggio è uno stato d’animo.” – Henri Frédéric Amiel

  • 1

    Il gioco dell’angelo, di Carlos Ruiz Zafòn. Ne ho parlato spesso, di questo romanzo splendido, primo di una serie di capolavori dedicati al cosiddetto “Cimitero dei Libri Dimenticati”. Mi sono chiesta spesso se le storie di questi incredibili tesori potessero essere tali se il conteso mutasse, se non ci si trovasse più nella stupenda Barcellona che fu, magistralmente descritta da un autore che, evidentemente, se ne è innamorato al primo sguardo ma il tutto fosse ambientato in un’altra città, magari moderna, anonima e priva di intriganti e misteriose viuzze agli angoli delle quali tutto può succedere. Ovviamente si stravolgerebbe il cuore dell’intera opera. Barcellona, con le sue ville antiche, le sue strade in salita, le opere d’arte murarie, i suoi caffè, è la protagonista indiscussa della storia ed ha un ruolo determinante nello svolgimento della stessa. Se non ci sei mai stato è ora di scoprirla, con il libro di Zafòn saldamente stretto in pugno. Potresti rimanere strabiliato.

  • 2

    Il discepolo, di Elizabeth Kostova . Un romanzo che è come una scatola cinese, che si apre nel passato e che poi ci riporta bruscamente al presente, lungo i binari di una storia che si intreccia saldamente con quella di una città antica quanto affascinante, che risponde all’antico nome di Emona, l’odierna Lubiana. Quella de “Il discepolo” è una storia gotica, che gronda sangue e mistero, una storia di vampiri e creature dai poteri arcani, che si muovono nel sottosuolo di una città millenaria, senza venire mai completamente alla luce. Le vite dei protagonisti, una saga di famiglia a dire il vero, si snodano per vie tortuose, come i vicoli della città e come i pinnacoli e le guglie del suo storico castello, riescono a raggiungere vette inimmaginabili e complessi arzigogoli, tentando di riuscire ad arrivare al compimento, al fine ultimo di ogni esistenza, alla comprensione dell’arcano, alla lotta finale, eterna, tra il Bene ed il Male, entrambi con la lettera maiuscola. Leggere “Il discepolo” è leggere di Lubiana e della sua storia, è immergersi dentro alla sua terra, fin sotto, nelle segrete del castello, è guardare in faccia i draghi scolpiti sui pozzi e sulle torri e tentare di sconfiggere, una volta per tutte, la paura del buio. Io non ci sono riuscita del tutto…

  • 3

    Sorelle d’Estate, di Judy Blume. In questo romanzo, che definirei di educazione sentimentale, la storia delle protagoniste, di ciò che è successo, di un segreto, che è rimasto inviolato negli anni e che ha portato all’amicizia e poi all’incrinarsi della stessa, di due ragazze sorelle, appunto ma solo per l’estate, procede a seconda del clima atmosferico: lenta, quasi insopportabile in inverno, briosa, eccitante, sconvolgente durante l’estate. Ed è proprio l’estate il contesto fondamentale per le esistenze delle due protagoniste e per il solido legame che, tra loro, nasce durante l’adolescenza e subisce un’incredibile battuta d’arresto proprio durante una di queste estati. Che cosa è successo? E perché nessuno vuole parlarne? E gli amori, incredibili, profondi, quelli che ti segnano perché sono i primi e che diventano la pietra di paragone con tutto ciò che verrà, perché si sono trasformati, durante i successivi inverni? Gli anni passano ma il mistero rimane. Consiglio questa lettura scorrevole a chi ama le storie di amicizia e d’amore, il mistero ed il caldo che, a volte, spinge gli uomini e le donne ad osare, andando ben oltre i limiti che si erano imposti. Le “sorelle” del titolo non sarebbero state le stesse, se ci fosse stato di mezzo l’autunno.

  • 4

    Il cavaliere d’Inverno, di Paullina Simmons. Dall’estate all’inverno il passo è breve ed anche in questo romanzo il clima, così come il luogo in cui è ambientato, la stupenda città di Leningrado (l’odierna San Pietroburgo), lo caratterizzano in maniera totalizzante. Tatiana e Alexander non sarebbero gli stessi, se non ci trovassimo più in Russia ma altrove ed il loro amore, così come il loro coraggio, rovente ed incessante, capace di sopravvivere all’inverno, alla fame, alla guerra ed al gelo, forse brillerebbe in maniera un po’ meno intensa. E’ stato catalogato come “romanzo rosa” ma “Il cavaliere d’inverno” è, a mio parere, molto di più: c’è la storia, quella con la esse maiuscola, dentro questo romanzo, le privazioni, il dolore di una guerra che confonde e distrugge un intero popolo e poi c’è Leningrado, con le sue statue ed i suoi palazzi, portatrice di uno splendore decadente in procinto di scomparire per sempre e gli altri posti di una nazione sconfinata, incredibile, inconcepibile, incommensurabile, ammantata di neve, ricoperta dal ghiaccio. Perché l’inverno, si sa, in Russia è implacabile. Così come l’amore.

Caro amico della carta reale o virtuale, 4 romanzi non sono moltissimi ma sono un buon inizio, magari un punto di partenza per successive esplorazioni, nei luoghi e nei tempi che ne hanno reso immortali le storie.

E se tu hai altri 4 romanzi che ti hanno spinto a scoprire contesti che prima non conoscevi o ritieni che questi 4 non siano contestualizzati abbastanza beh, non hai che da farti avanti e farmelo sapere commentando l’articolo! Riusciremo certamente a trovare un punto di incontro…

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