Improvvisi Tesori
Caro amante della carta e della penna, che cosa fai per farti passare l’ansia da “Fase 2”? Ti va di passare dieci minuti insieme a me a parlare di…Tesori che non credevamo tali?
“E’ con i cattivi sentimenti che si fanno i buoni romanzi.” – Aldous Leonard Huxley
Diciamoci la verità: le storie dove tutti sono buoni e ogni cosa va a meraviglia, dopo un pochino, vengono a noia. O, almeno, è così per me. Non ho interesse a vivere delle avventure in compagnia di personaggi monocromatici, tutti bianchi, luminosi, per i quali le scelte sono passeggiate e le vie da percorrere sono autostrade lastricate d’oro, mi sembrano caratteri fin troppo irreali. Dove si potrebbero incontrare personaggi così? Forse in Paradiso ma non ne sarei tanto sicura… I cattivi sentimenti in generale e i personaggi portatori di tali sentimenti o, meglio ancora, dei conflitti che questi sentimenti generano, invece, mi hanno sempre affascinata, attratta e fatta riflettere e sognare per delle settimane intere.
Ecco perché, oggi, vorrei trascorrere un po’ di tempo con te, amico di piuma, a parlarti di quei romanzi che, per me, sono stati dei veri e propri tesori inaspettati: sbucati fuori per caso dalla mia libreria, regalatimi perché il precedente proprietario magari non li aveva nemmeno considerati, presi in prestito in biblioteca in un giorno di noia, scelti casualmente perché non c’era niente di meglio, per il colore della copertina, oppure addirittura letti per obbligo, a scuola, assegnati come orrendi compiti per le vacanze… Insomma, storie che sono partite con il piede sbagliato, magari anche dei veri e propri best seller di cui non avevo personalmente mai sentito parlare e che invece, sin dalla prima pagina, travolti i pregiudizi e sconfitte le remore, mi hanno avvinta, appassionata, fatta gioire, fatta soffrire e desiderare che la scrittura non avesse mai fine.
Te l’ho detto, amico di carta e penna, che ho una passione per le storie psicologiche, incentrate più sul pensiero, sulle relazioni, sui minuscoli dettagli che fanno la differenza, che non per l’azione? Ecco perché non amo leggere romanzi di genere thriller oppure giallo, è una scelta che mi taglia fuori da un sacco di capolavori, lo so, ahimè, non si può avere tutto dalla vita…Invece ho una preferenza per i misteri, per quel pizzico di sovrannaturale in cui, volente o nolente, crediamo tutti. Hai mai letto i romanzi di Marc Levy o di Guillame Musso? Sono loro, le penne cui mi ispiro. Se il mio ultimo inedito, “Il Segno dell’Angelo”, primo volume di una trilogia che ho già terminato di scrivere, ha per protagonisti un angelo fuggito al Paradiso e un Demone che gli sta alle calcagna con l’obiettivo di portarsi all’Inferno un’anima mortale, che all’angelo sta molto a cuore, è anche merito loro.
Loro e di tutti quegli altri romanzi, quelle storie che, negli anni, mi hanno stupita ed affascinata, lasciando dentro di me un segno indelebile che, nel tempo, ha scavato e dato frutto, portandomi ad amare ciò che amo ed a scrivere ciò che scrivo, per il puro scopo di vedere che fine faranno i miei protagonisti e dove li porterà il vento dell’azione. Non ho l’abitudine di rileggere i libri, nessuno, mai, nemmeno quelli che ho più amato, non ne sento la necessità; ammiro le loro copertine, li accarezzo al buio, li sfoglio e li rimetto via. Credo di aver paura di non provare più la stessa magia, se dovessi ricominciarli a leggere una seconda volta. Lo so, sono strana…E, con queste premesse, puoi solo immaginare che aspetto possa avere la mia libreria: un’accozzaglia di testi di autori di ogni genere (quasi) e nazionalità ma anche di ogni e poca e colore. Perché mi è capitato di incontrare dei veri e propri tesori, pescando a casaccio, e di rimanere completamente sconvolta.
“La vita ha spesso una trama pessima. Preferisco di gran lunga i miei romanzi.” – A. Christie

Anche se, a volte, mi è capitato di prendere un romanzo a caso e poi non riuscire più a staccarmene! A te è mai capitata una cosa simile? Oggi sono qui per raccontarti la mia personalissima vicenda e per riassumerti qui quattro o cinque “tesori” che, per me, per la mia mente, hanno fatto la differenza. Tesori nascosti dietro recensioni negative, pregiudizi o, magari, semplice rigetto all’idea di doverli leggere perché la lettura era stata imposta dalla professoressa di turno. Sì, ci sono anche alcuni classici della letteratura, incredibile, vero? Ma quando c’è da fare ammenda, io la faccio fino in fondo!
Perciò eccomi qua! Oggi niente consigli pratici ma consigli di lettura! Ho voglia di mettere in comune con te, amante delle parole scritte e di quelle ancora da scrivere, in ordine sparso, alcuni titoli che mi hanno colpita, da cui non mi aspettavo nulla se non una grande noia e che invece mi hanno catturata, facendomi vivere per intero le esistenze dei protagonisti, i loro sogni ed accomunandomi ai loro destini…Segue la mia personale classifica dei cosiddetti tesori inaspettati!
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Storia di una Capinera…Una lettura imposta a scuola, a seguito dello studio sul verismo italiano. Tutti noi ci siamo scontrati con i lupini, i Malavoglia, la Provvidenza e le barche che scompaiono in mare. Io speravo di averci messo una bella pietra tombale, sopra a Verga, ero una giovane studentessa di liceo, di sfortune non volevo nemmeno sentire parlare. Il brevissimo “Storia di una capinera” l’ho letto credo durante un paio di ore di matematica e fisica, materie con cui il mio cervello non ha mai avuto nulla in comune, così, tanto per far felice la professoressa di italiano. E l’ho amato di un amore potente. Mi sono affezionata a Maria, la protagonista, monaca per forza, un po’ come la ben più nota Monaca di Monza, una ragazzina che scopre, all’ultimo, che cosa si perderà della vita, della gioia e dell’amore, se, a soli 13 anni, deciderà di accontentare l’amatissimo padre e si farà monaca per sempre, nella Sicilia del 1850. Il racconto di Maria, delle sue prime, timide scoperte, delle sue emozioni, della consapevolezza che, giorno dopo giorno, si fa strada in lei, di ciò che le succederà se deciderà di accondiscendere ad abbandonare il mondo mi ha straziata. Se vuoi piangere, arrabbiarti, riflettere E…piangere ancora, accomodati! Il nostro amico Verga ha in serbo per te alcune sorprese non da poco! Chi l’avrebbe mai detto? Non si nominano i lupini nemmeno una volta in tutto il racconto! Un punto in suo favore!

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2
Malombra... Restiamo in compagnia dei classici…Chi si sarebbe mai aspettato che Fogazzaro, l’autore del libro per me più noioso al mondo “Piccolo Mondo Antico” fosse capace di scrivere un romanzo simile? Gotico, nero, inquietante, infarcito di spiriti, reincarnazioni, spifferi, castelli e mistero? Un po’ come “Rebecca la prima moglie”, soltanto ambientato su di un non meglio precisato lago lombardo, Fogazzaro confeziona una storia che, narrano le cronache, piacque moltissimo perfino alla Regina Margherita ed ebbe un grosso successo. Ma perché poi, a scuola, ci facciano leggere “Piccolo Mondo Antico” rimane per me uno dei più grossi enigmi della storia d’Italia. Se ti capita di recuperarlo in edizione tascabile economica, amico di penne e piume, te lo consiglio vivamente. L’attenzione per il dettaglio, lo spiritismo, un pizzico d’amore morboso che non guasta mai ed una storia che si svolge sempre sul filo del presente e del passato, che vuole tornare con prepotenza per riattualizzarsi e riscriversi, ancora una volta, sono gli ingredienti di questo tesoro sorprendente che ti terrà incollato fino all’ultima pagina. Garantito!
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3
La Grazia dell’Aria Sottile. Ecco, questo è stato il regalo riciclato che ho ricevuto sotto l’albero ad un Natale durante il quale mio cugino si è liberato di un fardello che non aveva alcuna voglia di tenere con sé. Ma dicono che i libri vivano di vita propria e che si cerchino il proprio padrone fintanto che non finiscono nelle mani giuste. Così è stato per me e questo piccolo tesoro di una scrittrice americana contemporanea, tale Ronlyn Domingue che credo di non aver più sentito nominare, dopo questa opera, almeno in Italia. Se Malombra fa da apripista, questa storia è il mainstream del gotico, però addolcito dai parametri dell’epoca moderna. I fantasmi non fanno più impazzire le persone, adesso rimangono attaccati alla vita, in cerca delle proprie anime gemelle perdute per sempre, si affezionano ad altri mortali, li aiutano sperando di riuscire, in questa maniera, ad espiare i propri peccati ed a comprendere il giusto corso degli avvenimenti, che, per loro, per le loro esistenze, si sono ovviamente come rarefatti. Ecco un tesoro di straordinaria eleganza, una storia che è una bomboniera carica di dolcetti con una punta di amaro sul fondo, un meccanismo perfetto che si gioca sul filo del “non è vero ma ci credo” e che ci spinge a sperare che l’amore possa veramente superare, anzi oserei dire, scavalcare i secoli.
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4
Ritratto di Ragazza. Anche questo è un romanzo moderno che ho acquistato perché mi aveva ispirata la copertina e che poi ho lasciato a “marcire” sul comodino, per parecchi mesi. Non me ne sentivo minimamente attratta, non riuscivo a capire perché mai lo avessi acquistato, continuavo a portarmelo in treno, su e giù, senza decidermi ad iniziarlo mai. Finalmente, durante un viaggio veramente lungo e noioso, ho avuto il coraggio (o dovrei dire la fortuna?) di sfogliarne qualche pagina e non sono più stata capace di lasciarlo fino alla fine. Atmosfere inglesi, alla Jane Austen, antiche abbazie, storie di famiglia, misteri, tragedie, detti e non detti e qualcosa che aleggia, sulle ragazze protagoniste della storia, che si capisce essere acquattato nell’ombra, pronto a colpire. Che cosa è successo alla giovane Maisie, la bimba che parla con i fantasmi della vecchia abbazia in rovina? Qual è stata la tragedia capitata durante l’estate del 1967? Non posso dirlo, rovinerei la suspance. Ho adorato questo libro, assieme alla piantina che ne riproduce fedelmente gli ambienti delle scene principali, ho giocato con Maisie a fare la detective e la ragazzina ed ho respirato un po’ di sana atmosfera inglese country. Cosa chiedere di più, ad un romanzo?
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5
Chiedi Perdono…Questo capolavoro, invece, me lo ha appioppato mia zia con una frase decisamente eloquente “A te che piacciono i drammoni…Se arrivi fino in fondo dimmi come finisce, io non ci sono riuscita”. Messa così non è che mi abbia molto stimolata alla lettura. E, invece, ho dovuto ricredermi dopo pochissime pagine. Ann-Marie MacDonald ha creato un vero e proprio gioiello, un fiume in piena che ti colpisce con la violenza di uno tsunami, che ti trascina e ti abbandona e poi ti riprende per riportarti avanti e che, alla fine, ti getta su di una nuova spiaggia, capovolgendo il mondo tutto attorno a te. Ecco la magia, la potenza di questo romanzo: una storia familiare come ne ho lette poche, che prende le mosse da un amore malato, oserei dire maledetto che, come veleno, corrode, lacera, segna a fondo le esistenze che, di quell’amore, sono il frutto immediato e quello appena successivo. Un libro potente, una storia di sentimenti spezzati, di dolore, che avvince il lettore senza dargli tregua. Non c’è modo di resistere a questa storia ed è inutile anche provarci: finirai, comunque, distrutto.

Caro amico della carta reale o virtuale, 5 tesori sono pochi, pochissimi, ne ho trovati molti altri ma questi sono certamente i titoli cui sono più affezionata, probabilmente quelli che mi hanno maggiormente sconvolta, proprio perché non mi aspettavo un simile tripudio di emozioni, dato il pregiudizio iniziale. A perenne dimostrazione di quanto sia sciocco valutare e ragionare per servomeccanismi.
E siccome, a detta di Katherine Paterson, “Un romanzo di successo è paragonabile ad una conversione, perché se ne esce cambiati.” non abbiamo paura di leggere, sarebbe come dire di temere il cambiamento e facciamoci convertire di buon grado. Ne guadagneremo in bellezza ed in grazia.
E se tu hai altri 5 tesori che hai scovato, oppure se detesti quelli che ho citato io, o se vuoi raccontarmi qualcosa sui tuoi ritrovamenti incredibili, fammelo sapere commentando l’articolo! L’ansia da “Fase 2” potrebbe tornarmi da un momento all’altro…