I luoghi che piacciono a me…
Caro amante della carta e della penna, quali sono le tue abitudini? Leggi o scrivi in un posto che ti è congeniale? Oppure ogni luogo è quello giusto, quando si tratta di “evasioni mentali”? Sei un solitario oppure un animale sociale?
“Quando il tempo si arresta, diventa luogo” – Chawki Abdelamir
E’ una cosa che vale per tutti, oserei dire quasi un principio naturale: siamo portati per leggere, per scrivere, per curiosare…E, come tutti gli animali con un interesse, abbiamo delle abitudini che sono sacrosante e che diventano quasi “maniacali”. Ci troviamo bene dentro alla nostra zona di comfort, così dicono gli esperti che si chiami, quell’area tutta nostra, quella sfera intima e personale entro la quale ci sentiamo sicuri e ci possiamo rilassare. E se fai parte del gruppo degli “animali che leggono” anche tu, probabilmente, come me, hai la tua.
Ma, ho scoperto nel corso degli anni, ognuno di noi ha la propria sfera del benessere privato, quel cerchio magico di pace interiore, quell’oasi di tranquillità dentro alla quale gli è permesso di rilassarsi e di poter pensare. Che sia ad una buona lettura oppure al prossimo capitolo del poliziesco che non riesce a concludere mai, non è possibile leggere o scrivere al di fuori di questa nostra zona di sicurezza.
“Non finiremo mai di cercare. E la fine della nostra ricerca sarà arrivare al punto da cui siamo partiti e il conoscere quel luogo per la prima volta.” – T.S. Eliot
E se lo dice un mostro sacro come Eliot che della ricerca ha fatto la propria ragione di vita, chi siamo noi per andare contro ai suoi precetti? Allora oggi volevo divertirmi un pochino con te, amico lettore e scrittore, a scoprire le mie carte, giocando con le mie abitudini, invitandoti a fare lo stesso con me. Qual è il tuo piccolo segreto, il tuo giardino proibito, il tuo posto preferito, quando leggi o quando scrivi? Che cosa ti spinge a mettere tutto da parte per tirare fuori l’ultimo romanzo appena acquistato? Il rumore? Oppure la serena visione di una spiaggia assolata e vuota? L’ombrellone straripante di pietanze e borse con dentro cose fragranti, o la calma serenità della tua camera da letto?
E allora forza, mettiamoci in gioco! Possiamo scoprire interessanti incroci ed insospettabili affinità se confessiamo le piccole gioie dei nostri luoghi segreti, delle nostre zone di comfort. E, forse, chissà, potremmo anche giungere alla conclusione di non essere poi così diversi…

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La stazione dei treni. Che ci posso fare, per me viaggiare è una droga! E quando non posso permettermi una vacanza seria, anche un giretto per lavoro è qualcosa che mi alletta. Sono sempre stata innamorata delle stazioni, del loro eterno andirivieni che non porta mai da nessuna parte, della gente che va e che viene come un’onda di marea, diluita, in alcuni momenti della giornata, imponente, trascinante, irresistibile durante le ore di punta. Sono stata abituata così, sin da bambina: i mezzi pubblici mi hanno accompagnata durante tutta la mia carriera scolastica dalla prima elementare all’ultimo giorno di Università. Perfino al mattino della mia Laurea mi sono recata in stazione a prendere quel benedetto ultimo treno. In stazione ho letto alcuni dei libri che giudico i più belli di sempre, dentro la sala d’attesa ho ascoltato telefonate, dialoghi, bisbigli, sussurri e storie che mi hanno accompagnata e che ho tradotto, tradito, trasmesso all’interno dei miei romanzi. Senza una stazione da frequentare, almeno una volta alla settimana, la mia vita sarebbe vuota. Amo il rumore, quando diventa somma di rumori diversi, quando si fonde in un unicum di cui si può decidere se fermarsi o meno a coglierne le minime sfumature, mi aiuta a pensare, ad allargare la mia mente e, paradossalmente, ad aumentare la mia concentrazione. In una vita precedente devo essere certamente stata un capo stazione molto efficiente.
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Il mio spazio preferito a casa. Ho la fortuna di avere una stanza che è solo mia, almeno fino a quando riuscirò a tenerci fuori i miei bimbi con i loro giocattoli che sembrano sempre animarsi e vivere di vita propria e partire alla conquista di territori “inesplorati”: è un piccolo spazio dentro cui ci ho ricavato il mio “pensatoio”, con una libreria stracarica di libri, una colonna che contiene i cd di musica che preferisco, la scrivania, la sedia e le fotografie che ritraggono le persone che amo. La finestra di questa stanza dà direttamente sulle montagne, un panorama di ineguagliabile bellezza che riesco ad osservare anche stando seduta alla mia scrivania. Ecco, questo è il mio piccolo rifugio. E’ qui che mi rintano, quando ne ho l’occasione (e non devo prendere treni) per dare spazio alle storie, per far vivere i miei personaggi o anche solo per riflettere durante la lettura di un buon romanzo.
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Il mio Giardino… Beh, effettivamente forse chiamarlo “giardino” è un po’ altisonante e pretestuoso… Ho uno spazietto verde di fronte alla mia casa, dentro al quale l’erba cresce indisturbata, accompagnata dalle mie piante aromatiche preferite: salvia, alloro, rosmarino, menta e basilico. Quest’anno, oltre al basilico greco dalle foglioline minuscole e profumatissime, ci ho aggiunto una piacevole variante che ha catturato la mia immaginazione, aumentando sorprendentemente il tempo trascorso a leggere: ho istallato un tavolinetto di legno con una sedia, alle mie spalle ho aggiunto una fioriera con una pianta a cascata e, al centro del tavolo, mi sono munita di candela alla citronella et voilà: ho scoperto che scrivere con gli aromi nelle narici è stimolante quasi quanto leggere al suono del canto degli uccelli. Piacciono anche a te i giardini? Io, forse perché affascinata da ragazzina dalla storia del Giardino Segreto cerco di esplorarli sempre, che siano semplici parchi cittadini oppure lussureggianti istallazioni dentro castelli centenari ed ho scoperto che scrivere e leggere tra l’erba non ha prezzo

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La Biblioteca. Vogliamo parlare del luogo di lettura per eccellenza? Ho sofferto moltissimo, durante il maledetto lockdown, per la chiusura delle biblioteche ed anche adesso che le aule di lettura, seppure sia già qualcosa, rimangono luoghi difficili da raggiungere, per i quali è obbligatoria la prenotazione, mentre i libri che vengono restituiti devono rimanere per tot giorni in una cassetta così, abbandonati, come se fossero dei piccoli appestati in attesa di guarire, sento una grande tristezza del cuore. Ma, per anni, leggere (e scrivere) in biblioteca è stata una delle mie grandi passioni: entrare senza sapere che libro catturerà la tua immaginazione, sfogliarne molti, sceglierne uno, sederti nel tuo spazio preferito, accennando un saluto agli storici compagni di letture, immergerti nelle pagine circondato dai respiri degli altri e sentire che le attenzioni e le onde cerebrali di tutti sono canalizzate su di un obiettivo comune che è, comunque, l’amplificazione della conoscenza, la ricerca dell’altrove, il bisogno di sapere, la necessità di accumulare scienza, prove, di trovare riscontri alle proprie tesi o di discuterne di nuove, ribaltando i paradigmi scientifici del momento ecco, tutto questo compone una sorta di magia che, penso, nessun computer riuscirà mai a riprodurre o a soppiantare.

Caro amico della carta reale o virtuale, se sei arrivato fino a qui significa che anche tu hai delle abitudini, che anche tu ami alcuni posti e ne detesti degli altri, che anche per te leggere o scrivere diventa incredibilmente facile in alcuni luoghi e praticamente inaccessibile in altri.
E siccome, come dice Orazio “Ille terrarum mihi praeter omnis angelus ridet”, allora sorridiamo anche noi e troviamo il nostro luogo perfetto, quello che ci fa l’occhiolino e ci invita a sederci per pensare, riflettere, ragionare o anche, solo, semplicemente, per stare bene…
E se conosci altri luoghi oppure detesti quelli che ho citato o semplicemente ti va di mettere in comune le tue preziose abitudini fallo pure, lasciando un commento qui sotto. E chissà che non si possa leggere o scrivere assieme, uno di questi giorni, distanti ma vicini…